SVIC 1907 Brut Metodo Classico – Cantina di Casteggio

Sabato sera per festeggiare il rientro a casa ho degustato, in compagnia di cari amici, il Metodo Classico SVIC 1907 Cruasè della Cantica di Casteggio, il tutto accompagnato da salumi tipici abruzzesi e carne alla brace.

La Cantina di Casteggio nasce nel 1907 nell’omonimo Comune in Provincia di Pavia, per iniziativa di un centinaio di viticoltori dell’Oltrepò Pavese che compresero l’importanza di avere un unico centro di vinificazione delle uve per conquistare una maggiore forza commerciale sul mercato vinicolo. Il vero sviluppo dell’azienda avvenne nel primo dopoguerra, quando divenne enologo il conte Raffaello Sernagiotto, le cui capacità tecniche, unite a notevoli doti imprenditoriali furono determinanti fino al secondo dopoguerra. Le sue indubbie qualità enotecniche si evidenziarono già nel 1924, quando l’azienda fu premiata all’Esposizione internazionale di Parigi per la produzione di vini pregiati, con la Coppa d’Onore, il Gran Prix e la Medaglia d’Oro. Nel 1936 i quintali di uva lavorati furono 30000, e divennero 60000 nel 1940, grazie ad un ampliamento dei vasi vinari, con una capacità produttiva di oltre 10000 ettolitri di vino, il che portò l’azienda ad essere tra le società più grandi d’Italia, con un portafoglio di ben 405 soci. Nello stesso periodo l’azienda acquisì la Società Vinicola Italiana Casteggio (SVIC), il cui fiore all’occhiello fu la produzione degli spumanti, tra i quali una menzione particolare spettò al prestigiosissimo “Gran Spumante Italiano SVIC”, invecchiato in gallerie interrate su quattro piani, peculiarità importante per la lavorazione dello spumante Metodo Classico.

NOTE DI DEGUSTAZIONE
Metodo Classico brut ottenuto da uve 100% pinot nero. Colore rosa tenue luminoso e brillante, con sfumature ramate che ricordano il colore della buccia di cipolla. Bollicine di ottima fattura che rendono il sorso cremoso al palato e regalano un’ottima persistenza. Al naso abbastanza intenso con sentori di rosa, lampone e crosta di pane. Al palato fresco, di buona struttura e con una buona acidità che invita al sorso. In definitiva un’ottima bollicina italiana dal grande rapporto qualità/prezzo.

Pubblicato da Niccolò Marco Mancini

Abruzzese classe ’91. Dottore Agronomo e Forestale formato e abilitato presso l’Università Degli Studi di Firenze. Appassionato del mondo del vino in tutti i suoi aspetti. Collabora con il sito Agraria.org e la rivista TerrAmica per la redazione di articoli divulgativi. Ormai da diversi anni giornalista freelance in eventi, fiere, anteprime, presentazioni e mostre in tutta Italia per raccontare e divulgare notizie e storie inerenti al vino, cantine, aziende e produttori.

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